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Roma Imperiale
Adaneth - History&PoliticsUn documentario del 1996 di History Channel. L'architettura di Roma antica è una delle più grandi e influenti di tutte le epoche. La sua influenza è ancora oggi evidente in molte città del mondo, dove si possono ammirare edifici e monumenti che risalgono all'antica Roma. L'architettura di Roma antica è un'eredità importante che ha influenzato la storia dell'architettura per secoli. Gli edifici e i monumenti romani sono ancora oggi ammirati per la loro bellezza, la loro imponenza e la loro ingegneria eccelsa. I materiali da costruzione più utilizzati nell'architettura romana erano il tufo, il travertino e il marmo. I romani furono maestri nella costruzione di archi, volte e cupole. Costruirono una grande quantità di edifici pubblici, tra cui templi, anfiteatri, acquedotti, ponti e strade. I templi erano i luoghi di culto degli dei romani. Gli anfiteatri erano utilizzati per spettacoli di gladiatori, corse di carri e altri eventi pubblici. Gli acquedotti trasportavano l'acqua dalle sorgenti alle città. I ponti permettevano di attraversare fiumi e altri corsi d'acqua. Le strade collegavano le diverse parti dell'impero. Gli anfiteatri romani erano le strutture più grandi e imponenti dell'antica Roma. Erano utilizzati per spettacoli di gladiatori, corse di carri e altri eventi pubblici. Gli anfiteatri più famosi sono il Colosseo di Roma e il Teatro Romano di Verona. Gli acquedotti romani erano una delle più grandi opere di ingegneria dell'antica Roma. Consentivano di trasportare l'acqua dalle sorgenti alle città, fornendo acqua potabile e irrigazione. Gli acquedotti più famosi sono l'Acqua Claudia e l'Acqua Marcia di Roma. I ponti romani erano costruiti per attraversare fiumi e altri corsi d'acqua. Erano solitamente costruiti in pietra o in mattoni, e avevano un'arcata centrale che sosteneva il peso della struttura. I ponti più famosi sono il Ponte Milvio di Roma e il Ponte di Augusto di Narni. Le strade romane erano un'importante rete di comunicazione che collegava le diverse parti dell'impero. Erano costruite in pietra o in terra battuta, e avevano una superficie liscia che permetteva un facile passaggio. Le strade più famose sono la Via Appia e la Via Flaminia di Roma.41 views -
Giochi bestiali: Le Venationes nell'Antica Roma
Adaneth - History&PoliticsLe venationes (sing. venatio, ital. caccia) erano una forma di divertimento negli anfiteatri romani che implicavano la caccia e l'uccisione di animali selvatici. Le bestie selvatiche ed esotiche venivano portate a Roma dai lontani confini dell'Impero romano e le venationes si svolgevano durante la mattina, prima del principale evento pomeridiano, i duelli gladiatori. Attraverso affascinanti ricostruzioni e approfondimenti storici, vi porteremo nel cuore dell'arena del Circo Massimo, dove le fiere battaglie tra uomini e bestie catturavano l'immaginazione dell'intero Impero. Scoprirete il ruolo cruciale che questi spettacoli hanno giocato nella cultura romana, tra intrattenimento pubblico, simbolismo politico e aspetti controversi legati all'uso degli animali. Un'immersione in un capitolo affascinante e complesso della storia romana che ha plasmato il tessuto stesso dell'intrattenimento dell'epoca.38 views -
La vita privata degli Imperatori Romani
Adaneth - History&PoliticsUn documentario del 1996 di History Channel. Duemila anni fa gli imperatori romani erano gli uomini più potenti del mondo. Ma come ebbe origine la loro figura? Si fecero costruire residenze di dimensioni grandiose, che divennero massima espressione dell'arte e dell'architettura romana, ma anche veri e propri tempi dell'eccesso. Luoghi fatali, dove ospita aspiranti imperatori uccidevano i loro stessi familiari per conquistare il potere, salvo poi essere assassinati a loro volta da altri parenti, animati dallo stesso desiderio. Se quei muri potessero parlare, racconterebbero storie incredibili e terribili. Col decadere dell'impero anche le dimore imperiali caddero in rovina. Nel XX secolo sono tornata ad essere un momento alla magnificenza di un impero che durò a lungo nonostante le sregolatezze e follie di chi lo guidava.51 views -
Tina Modotti, Maestra della fotografia
Adaneth - Arts & LiteratureUn documentario del 2022 con la regia di Dario Marani. Tina Modotti, nata a Udine nel 1896 e deceduta in circostanze 'poco chiare' a Città del Messico nel 1942 è stata tra le prime fotografe, non solo in Italia, ma nel mondo. Alla sua attività di fotografa ha affiancato per lungo tempo quella di attivista. In entrambe queste attività ha messo tutta se stessa.32 views -
Piranesi: Un illuminista inquieto
Adaneth - Arts & LiteratureUn documentario del 2021 per celebrare una figura centrale della cultura e dell'arte italiana ed europea del '700, sia dal punto di vista stilistico che culturale. Giovanni Battista Piranesi, detto anche Giambattista (Mogliano Veneto, 4 ottobre 1720 – Roma, 9 novembre 1778), è stato un incisore, architetto e teorico dell'architettura italiano. Le sue tavole incise, segnate da un'intonazione e una grafica drammatiche, appaiono improntate ad un'idea di dignità e magnificenza tutta romana, espressa attraverso la grandiosità e l'isolamento degli elementi architettonici, in modo da pervenire a un sublime sentimento di grandezza del passato antico, pur segnato da inesorabile abbandono. Prendendo spunto da rovine Romane e fondendo lo spirito barocco con il gusto neoclassico, Piranesi inventò anche carceri oscure e inquietanti, piene di anfratti e strumenti di tortura. Originale, onirico, dettagliatissimo e contorto: Piranesi è tutto questo e molto altro ancora. Le sue opere fecero scuola al suo tempo e continuano a farla anche oggi. Fonte d’ispirazione per molti, suscitano un senso di mistero e fascino irresistibile.Le sue acqueforti e le minuziose tavole che lo resero un archeologo ante litteram lo hanno reso celebre nel mondo facendolo divenire una figura centrale di tutta la cultura europea settecentesca. Note: This is a re-upload because of a better video quality.44 views -
Maxi+25 - Anatomia di un processo
Adaneth - History&PoliticsIl documentario di Rai Storia, Maxi+25 - Anatomia di un processo, realizzato appunto a 25 anni di distanza per ricordare la storica sentenza di primo grado del maxiprocesso di Palermo che il 16 dicembre 1987 condannò centinaia di uomini d’onore e svelò all’Italia i segreti della mafia siciliana. Il “mostro processuale”, come lo definisce Pietro Grasso memoria storica del processo, è lo spartiacque della storia siciliana, l'anno zero della lotta alla mafia e il primo avvenimento giudiziario divenuto evento televisivo. La genesi del processo, dall’istruttoria firmata da Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e dagli altri giudici del pool antimafia, all’aula bunker di Palermo appositamente costruita. Alcuni dati che sottolienano ancora di più la portata storica dell'evento: 22 mesi di dibattimento, 349 udienze, 474 imputati, 8000 pagine di verbale, 1314 interrogatori., 635 arringhe difensive, 900 testimoni, 200 avvocati penalisti, 600 giornalisti arrivati da tutto il mondo. Ma soprattutto 19 ergastoli e 2665 anni di carcere per i principali boss di Cosa Nostra. Protagonisti del processo sono i pentiti, su tutti Tommaso Buscetta, Salvatore Contorno. Testimonianze dalle quali sono emerse le prove decisive per incastrare Pippo Calò, Michele Greco, Luciano Liggio, i grandi padrini finalmente alla sbarra e uomini come Bernardo Provenzano e Totò Riina, condannati all’ergastolo benché latitanti. Ricorda il giudice Giuseppe Ayala: “La soddisfazione di vedere la mafia in faccia era pari al senso di responsabilità per il compito a cui eravamo stati chiamati”. Pietro Grassocosì ne sottolinea l'importanza: “Finalmente il mondo vedeva la mafia dietro le sbarre, e avrebbe visto condannati centinaia di mafiosi. L’impegno dello Stato, il sacrificio di tanti uomini, e il lavoro del pool di Falcone e Borsellino trovavano un riconoscimento giudiziario e una consacrazione alla storia”.40 views -
Un giorno in pretura | Gli omicidi Montana e Cassarà
Adaneth - History&PoliticsIn questa puntata si affrontano i casi di Giuseppe Montana e Ninni Cassarà, rispettivamente commissario e vicequestore di Palermo, uccisi a distanza di pochi giorni nel 1985. Tra i mandanti degli omicidi sono stati individuati nomi "eccellenti" di Cosa Nostra, come Totò Riina e Michele Greco. Paolo Borsellino, dopo la morte di Cassarà, ricordò una frase che il poliziotto disse davanti al corpo del collega Montana: "Siamo cadaveri che camminano", e di fatto tutti i protagonisti citati in questa storia hanno trovato una morte violenta. Il processo per gli omicidi di Beppe Montana e Antonino "Ninni" Cassarà del 1993 è stato un punto di arrivo delle indagini antimafia che ha portato all'individuazione di Totò Riina e Michele Greco come mandanti degli omicidi, grazie al lavoro di giudici come Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, anche se i processi sono stati un'eredità della lunga lotta alla mafia. La sentenza di primo grado, emessa il 17 febbraio 1995, condannò i principali esponenti della "Commissione" di Cosa Nostra (Michele Greco, Salvatore Riina, Bernardo Provenzano, Bernardo Brusca, Francesco Madonia) all'ergastolo in qualità di mandanti, con sentenza poi confermata nel 1998 dalla Cassazione. Nel 1996 i collaboratori di giustizia Calogero Ganci, Francesco Paolo Anzelmo e Giovan Battista Ferrante si autoaccusarono di aver fatto parte del gruppo di fuoco mafioso che compì l'agguato di via Croce Rossa, che si aggiunsero alle precedenti rivelazioni di Francesco Marino Mannoia e Salvatore Cancemi; il processo bis nei confronti di ulteriori mandanti e degli esecutori materiali si concluse nel 1998 con la condanna all'ergastolo di Antonino Madonia, Salvatore Buscemi, Giuseppe Calò, Antonino Geraci, Salvatore Montalto, Giuseppe Farinella, Raffaele e Domenico Ganci, Giuseppe Lucchese, Salvatore Biondino, Salvatore Biondo (classe '56), Salvatore Biondo (classe '57), Nicolò Di Trapani, Giuseppe e Vincenzo Galatolo e Giovanni Motisi mentre Calogero Ganci, Francesco Paolo Anzelmo e Giovan Battista Ferrante ebbero sedici anni di reclusione ciascuno poiché vennero riconosciute le attenuanti e lo sconto di pena per la collaborazione con la giustizia; Giuseppe Greco detto "Scarpuzzedda", Mario Prestifilippo e Giuseppe Giacomo Gambino vennero dichiarati non giudicabili in quanto morti prima del processo. La sentenza venne poi confermata in Appello e in Cassazione nel 2002, divenendo così definitiva.52 views -
Un giorno in pretura | Le Trame: Processo alla Mafia
Adaneth - History&PoliticsLo speciale di "Un giorno in pretura" è dedicato al Maxiprocesso contro la mafia, di cui viene proposto un eccezionale resoconto a partire dal dibattimento di primo grado, svoltosi tra il 1986 e il 1987 nell'aula bunker del carcere dell'Ucciardone di Palermo, fino al giudizio d'appello, ancora in corso al momento della trasmissione l'11 settembre 1989. Il processo si aprì in una situazione di enorme tensione e di grande attenzione mediatica. Cosa Nostra impose il silenzio militare fino alla sentenza, e il numero di omicidi si ridusse in modo considerevole. Con un apposito decreto del 6 febbraio 1986, furono nominati: due pubblici ministeri: Giuseppe Ayala e Domenico Signorino due presidenti: Alfonso Giordano e il supplente Antonio Prestipino due giudici a latere: Pietro Grasso e il supplente Claudio Dell'Acqua Il 10 febbraio 1986, tre mesi dopo l'ordinanza di rinvio a giudizio, il processo cominciò ufficialmente. https://www.wikimafia.it/wiki/Maxiprocesso_di_Palermo48 views -
Un giorno in pretura | Processo a Totò Riina
Adaneth - History&PoliticsProgramma TV 'Un giorno in pretura'. 1993. Mentre si sta celebrando nella Corte d'Assise di Palermo il processo per gli omicidi di Piersanti Mattarella, Michele Reina, Pio La Torre e Rosario Di Salvo, viene arrestato Totò Riina, accusato di essere uno dei mandanti. Il 1 marzo 1993 Riina si sottopone all'interrogatorio. E' la prima volta che si sente la sua voce.34 views -
Un giorno in pretura | Processo per i delitti politici a Palermo: Confronto Buscetta-Calò-Riina
Adaneth - History&PoliticsPuntata speciale del programma TV 'Un giorno in pretura'. Confronto tra Tommaso Buscetta, Salvatore Riina, Giuseppe Calò il 19 novembre 1993 al Processo per i delitti politici avvenuti a Palermo dal 1979 al 1982. Sono intervenuti: Giuseppe Calò (imputato), Salvatore Riina (imputato), Tommaso Buscetta (collaboratore di giustizia). Il Presidente della Corte è Gioacchino Agnello.45 views