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PACE FORZATA
Trasmissione del 27 gennaio 2025
“Stiamo parlando di un milione e mezzo di persone, e noi ripuliremo tutto”, ha detto Trump ai giornalisti a bordo dell’Air Force One, definendo Gaza un “cantiere di demolizione” e affermando che la mossa potrebbe essere “temporanea o a lungo termine”.
Il ministro israeliano delle finanze israeliano Bezalel Smotrich, di estrema destra, ha dichiarato che si tratta di “un’idea eccellente”: “dopo 76 anni durante i quali la maggior parte della popolazione di Gaza è stata tenuta forzatamente in condizioni difficili per preservare l’aspirazione di distruggere lo Stato di Israele, l’idea di aiutarli a trovare altri posti in cui iniziare una vita nuova e migliore è un’idea eccellente”, ha affermato Smotrich in una dichiarazione, secondo quanto riferisce il “Times of Israel”.
Non si è fatta attendere nemmeno la reazione di Hamas: secondo un alto funzionario, Bassem Naim, “i palestinesi faranno fallire l’idea di Trump” di mandarli via da Gaza. Naim ha dichiarato all’AFP che il gruppo si oppone fermamente alla proposta del presidente degli Stati Uniti, di trasferire i residenti di Gaza in Egitto e Giordania. “Come hanno sventato ogni piano di spostamento e di patrie alternative nel corso dei decenni, anche questa volta il nostro popolo sventerà tali progetti”, ha detto Naim, membro dell’ufficio politico di Hamas.
La Jihad islamica palestinese ha definito l’idea di Trump “deplorevole”: il gruppo, che ha combattuto contro Israele a Gaza insieme ad Hamas fino al cessate il fuoco del 19 gennaio, ha dichiarato che “questa proposta rientra nel quadro dell’incoraggiamento ai crimini di guerra e ai crimini contro l’umanità, costringendo il nostro popolo a lasciare la propria terra”.
(Da SwissInfo 26 gennaio 2025)
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"Donald Trump ci ha ripensato? La guerra tra Russia e Ucraina va avanti da quasi 3 anni e il neo presidente degli Stati Uniti, che si insedia alla Casa Bianca il 20 gennaio, da mesi ribadisce il suo obiettivo: spingere Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky a trattare per porre fine al conflitto. "Trump chiuderà la guerra molto rapidamente", dice Elon Musk, spalla di lusso del presidente e punto di riferimento della nuova amministrazione, durante la chiacchierata su X con Alice Weidel, leader dell'Afd, partito tedesco di estrema destra.
Trump, anche nelle ultime esternazioni in una conferenza stampa a Mar-a-Lago, ha ripetuto che "Russia e Ucraina hanno perso centinaia di migliaia di uomini in una guerra che non sarebbe mai dovuta cominciare. Con me presidente non sarebbe iniziata. Ora bisogna farla finire ed è molto più complicato", ha detto il tycoon, con un approccio meno ottimista rispetto a quello esibito durante la campagna elettorale, quando garantiva una conclusione rapidissima delle ostilità.
In realtà, secondo quanto riferisce il Financial Times, Trump non avrebbe solo ridimensionato le proprie capacità di mediatore ma starebbe riconsiderando l'approccio complessivo alla questione. Secondo una fonte citata dal giornale e ampiamente rilanciata dai media ucraini, il presidente americano è "ossessionato dall'idea di apparire forte" e per questo potrebbe valutare una linea diversa rispetto a quella esibita sinora.
Il team che assiste il presidente, evidenzia il Financial Times, non ha ancora deciso come porre fine alla guerra. Questo, indirettamente, porta alla proroga del sostegno di Washington a Kiev anche dopo il 20 gennaio, data di insediamento di Trump. L'amministrazione Biden ha appena fornito l'ultimo pacchetto di aiuti da mezzo miliardo di dollari.
L'entourage del nuovo presidente, teme che una strategia distaccata dal conflitto potrebbe essere accostata al "catastrofico ritiro delle truppe americane dall'Afghanistan", 'macchia' che Trump associa costantemente all'amministrazione di Joe Biden e che non "non vorrebbe rivedere in Ucraina".
Ci sono poi valutazioni che quantificano i costi in maniera più concreta. La vittoria della Russia in Ucraina potrebbe costringere gli Stati Uniti a affrontare costi superiori a quelli previsti da un sostegno continuato a Kiev: la differenza, secondo l'American Enterprise Institute (AEI), ammonta a circa 800 miliardi di dollari. Una vittoria di Putin cambierebbe il volto dell'Europa e potrebbe diventare il trampolino per minacce - o azioni - nei confronti di paesi della Nato. A quel punto, gli Stati Uniti potrebbero essere costretti a investire oltre 800 miliardi di dollari entro il 2029. Si passerebbe dai 4,4 trilioni previsti dal Pentagono per il piano quinquennale 2024-2029 a 5,2 trilioni: una differenza di 165 miliardi l'anno."
(Da Redazione Adnkronos, 10 gennaio 2025 )
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